Il vulcano Etna, A Muntagna come la chiamano le sue Genti, è un concentrato di miti, leggende ed intrecci culturali e anche una grande testimonianza di natura antropologica, nonchè oggetto di interesse scientifico e speleologico. Aurore e crepuscoli avvolgono la sua essenza con un gioco di luci e ombre, creando contrasti forti e delicati al contempo e investono fantasia e psiche dando vita ad immagini surreali e sfuggenti. Fin dalla notte dei tempi ha ammaliato gli uomini, avidi di scoprirne i suoi più intimi meandri e la sua misteriosa bellezza, alla ricerca di quel legame tra realtà e immaginario come viaggio introspettivo dentro l’anima. Tra le sue viscere vengono collocate, sin dalla notte dei tempi, presenze oscure e sfuggenti, divinità occulte, giganti, maghi, fate e briganti. Il silenzio delle sue notti viene spesso squarciato dal faticoso ansimare di Efesto, che tra le buie cavità delle grotte forgia il ferro facendo innalzare al cielo lapilli di lava rossi e caldi come il sangue. Dentro alle sue orrifiche grotte, il terribile Gigante Encelado, che in quell’Inferno fu confinato per aver oltraggiato gli Dei dell’Olimpo, spalanca le fauci mostrando aguzzi “denti di cane” e nell’oscurità lamenta il suo eterno tormento per la punizione ricevuta. Il suo respiro infuocato attraversa i meandri più profondi del Vulcano, investendo e travolgendo quanto si presenta dinanzi a quella dolorosa rabbia e risale fino alla vetta dove, sgorgando come un fiotto di sangue, tinge i fianchi della Muntagna e si espande lentamente sul suolo dell’isola. Vetri che vibrano, tremori nel cuore della notte penetrano i pensieri, boati che squarciano il silenzio e non danno pace, bagliori di fuoco che si stagliano nel cielo, spettacolari nubi di gas, piogge di sabbia, fiumi infernali di fuoco... uno scenario apocalittico, si potrebbe dire... ma per chi è nato e cresciuto ai piedi di un vulcano tutto ciò è quasi una paradossale routine. Una “strana” simbiosi, quella dell’Etna con le sue genti. Non c’è un solo giorno che non si alzi lo sguardo verso il cielo perché qui, da un momento all’altro, tutto può accadere. Da un momento all’altro potrebbe spezzarsi un equilibrio e con sgomento si può solo assistere all’immensa e devastante forza di colei che, da sempre, inconsapevole, domina su questi luoghi, segnandone e modellandone il destino. Una forza brutale che non perdona, quella del vulcano, come una Furia che colpisce la sua vittima e che nel 1928 devastò il paese di Mascali, l’unico ad essere completamente distrutto dalla lava negli ultimi 330 anni. Un luogo unico al mondo è questa terra; una terra complessa, fatta di aspetti contrastanti, dove la natura è severa ma anche benigna. Un territorio che, pur sembrando immobile, suscita la percezione che qualcosa covi sempre sotto la cenere della grande Muntagna, pronta ad esplodere in tutte le sue più diverse e seducenti manifestazioni. Il 21 giugno del 2013 l’UNESCO, ha inserito il Monte Etna nell'elenco dei beni costituenti il Patrimonio dell’umanità.
ETNA, A MUNTAGNA - BETWEEN MYTH, LEGEND AND REALITY
The volcano Etna, in Muntagna as its people call it, is a concentration of myths, legends and cultural plots and also a great testimony of an anthropological nature, as well as an object of scientific and speleological interest. Auroras and twilight envelop its essence with a play of light and shadows, creating strong and delicate contrasts at the same time and investing imagination and psyche, giving life to surreal and elusive images. Since the dawn of time it has bewitched men, eager to discover its most intimate meanders and its mysterious beauty, in search of that link between reality and the imaginary as an introspective journey into the soul. Between its bowels are placed, since the dawn of time, obscure and elusive presences, occult divinities, giants, magicians, fairies and brigands. The silence of its nights is often pierced by the tiring panting of Hephaestus, who forges the iron between the dark cavities of the caves by raising red and hot lava as blood. Inside its horrifying caves, the terrible Giant Enceladus, who in that Inferno was confined for having outraged the Gods of Olympus, opens his jaws showing pointed "dog teeth" and in the darkness he laments his eternal torment for the punishment received . His fiery breath crosses the deepest meanders of the Volcano, investing and overwhelming what appears before that painful rage and goes back up to the summit where, gushing like a gush of blood, it dyes the sides of the Muntagna and slowly expands on the soil of the island. Vibrating glasses, tremors in the middle of the night penetrate thoughts, roaring that pierces the silence and does not give peace, flashes of fire that stand out in the sky, spectacular clouds of gas, rains of sand, infernal rivers of fire ... a scenario apocalyptic, one might say ... but for those born and raised at the foot of a volcano, this is almost a paradoxical routine. A "strange" symbiosis, that of Etna with its people. There is not a single day that you do not look up to the sky because here, from one moment to another, anything can happen. From one moment to the other a balance could break and with dismay one can only witness the immense and devastating force of the one who, always unconscious, dominates these places, marking and shaping their destiny. A brutal force that does not forgive, that of the volcano, like a Furia that hits its victim and that in 1928 devastated the town of Mascali, the only one to be completely destroyed by lava in the last 330 years. A unique place in the world is this land; a complex land, made up of contrasting aspects, where nature is severe but also benign. A territory that, although it seems immobile, gives rise to the perception that something is always hidden under the ashes of the great Muntagna, ready to explode in all its most diverse and seductive manifestations. On June 21, 2013, UNESCO included Mount Etna in the list of properties constituting the World Heritage.